Stefano Jacomuzzi
romanzo
Ed.San Paolo € 14,00
“Il tempo degli uomini non può misurare la durata della mia
solitudine. Io stesso non la conosco. La conosce il Padre, che mi ha esposto
alla prova e assegnato il luogo e gli eventi della lotta”.
Nei quattro vangeli queste parole
non ci sono. E quasi certamente Gesù non le ha mai pronunciate. Ma l’autore
gliele attribuisce. Di più: Stefano Jacomuzzi fa parlare Gesù in prima persona,
si avvicina al santuario della sua coscienza, indaga la sua anima di uomo che
scopre poco a poco di essere il Figlio di Dio. Il lettore viene condotto in
questo modo a vivere per la prima volta dall’interno una storia vista finora
solo dal di fuori.
Al fondo
di questa impresa narrativa non c’è però alcun desiderio dell’inedito e
dell’originale a tutti i costi, meno che meno un’intenzione scandalistica, come
spesso avviene per molti romanzi alla moda. Jacomuzzi presta la sua anima di
credente alla figura storica di Gesù, al fine di avvicinarsi nei modi umani più
comprensibili al mistero di una persona e di una vita che non hanno alcuna
possibilità di confronto con persone e vite della nostra storia di uomini. In
questo senso l’audacia di dar voce a Gesù perché si racconti nelle sue vicende
terrene, perché ci affidi in qualche modo la sua “autobiografia”, diventa un
gesto di letteraria umiltà, per aiutare sé e gli altri a meglio vedere, a
meglio ascoltare.
Accanto a Gesù che si racconta, una voce che racconta: quella del discepolo che forse fu veramente il primo degli apostoli a cui Gesù si è rivolto: Andrea. Si riprende così il classico punto di vista evangelico, il “secondo..”, e in questa dialettica di esterno e interno, di testimonianza su Gesù e autobiografia di Gesù, scaturisce un’emozionante rilettura del mistero che sta alla base della nostra esistenza.
Probabilmente un approccio di questa natura non era ancora stato
tentato. Ma ciò che conta non è la novità di un modo di narrare, ma la sua
efficacia, la commozione che diffonde sulla pagina, e che fa scendere nei cuori
di credenti e non credenti.
Stefano
Jacomuzzi (1924-1996) è stato per lunghi anni
professore di letteratura italiana all’Università di Torino, critico
letterario, autore di numerose pubblicazioni saggistiche, curatore di edizioni
di classici.
Come
narratore, prima di Cominciò in Galilea, ha pubblicato Un vento
sottile (Garzanti 1989, Premio Grinzane Cavour) e Le storie dell’ultimo
giorno (Garzanti 1993, premio Selezione Campiello e Premio Maria Cristina).
Questa
nuova edizione di Cominciò in Galilea esce a distanza di dieci anni
dalla prima, con un importante saggio di Claudio Magris come postfazione.